Continua la serie di post di inizio anno. No, non è ancora il post sui libri preferiti del 2016 ma è un appuntamento che dal 2014 non manco mai.
Anche in questo 2017 sono stata invitata dal mio compagno di malefatte (nei preferiti prima e nei Best & Worst adesso) ovvero Yue di SayAdieutoYue a condividere con lui e con voi la mia tazzina per il 2016 e io lo faccio con estremo piacere. Insomma l’avete capito oggi si parla del premio My cup of tea.
Al solito riporto con precisione assoluta la definizione del premio direttamente dal blog del suo inventore:
Lo scopo del premio “My cup of Tea” è quello di celebrare non le opere più belle dell’anno di riferimento (che siano fumetti, film, libri , serie tv o quant’altro) ma bensì quelle che più vi hanno sorpreso, contro ogni aspettativa e pregiudizio.
Prima di mettermi a scrivere, rileggevo il post riguardo il 2015 e mi sono resa conto che, per il blog, il 2016 è stato un anno abbastanza positivo. I preferiti non esistono più ma ci sono i Best & Worst (che forse vi piacciono pure di più come tipologia di post), c’è il “WWW Wednesday“ e per un periodo ci sono stati i Wrap up, di cui devo dire che non si sente proprio la mancanza visto che il post di aggiornamento è settimanale invece che mensile. Inoltre è comparsa una recensione ogni tanto e ci sono stati diversi altri tipi di post. Potrei quindi fare la scema e assegnarmi la tazzina da sola perché cavolo i progressi rispetto agli altri anni sono stati enormi.
Siccome lo spirito del premio è tutt’altro, smetto immediatamente di fare la cretina e passo a parlare di ciò che veramente si è meritato, a mio parere, la tazzina.

Non abbiate la smania di diventare adulti, godetevi la magia dell’infanzia e dell’adolescenza, per ogni cosa c’è un tempo e ciò che si perde non si potrà più recuperare.
Assolutamente delizioso. Se non l’avete letto, recuperatelo di corsa e fatevi incantare da Ran & company. Se volete sapere di più su Il mondo di Ran ne ho parlato qua.

Vi ho già parlato nel mio wrap up di luglio sia di A Darker Shade of Magic che di A Gathering of Shadows (questi i titoli dei primi due libri della trilogia) libri fantasy che raccontano di Kell, un giovane mago in grado di usare la magia del sangue (questi maghi sono chiamati Antari) che fa da ambasciatore tra le diverse versioni di Londra che esistono e col vizio del contrabbando, del suo incontro con la giovane ladra con aspirazioni da pirata Delilah Bard e di come il suo “vizietto” scateni una catena di eventi potenzialmente catastrofici e che potrebbe distruggere il delicato equilibrio che tiene in comunicazione ma strettamente separati i quattro mondi che fanno da sfondo alla storia. Quattro mondi talmente ben descritti da essere parte integrante del cast di personaggi.
Insomma sono diventata una fan e state tranquilli ben presto mi sentirete sclerare su A Conjuring of Light, terzo e ultimo libro della serie. Mancano meno di 50 giorni all’uscita e l’autrice ci sta lentamente torturando con delle minuscole anticipazioni prive di spoiler su Tumblr e Twitter, giusto per farci rosolare per bene e farci preoccupare ancora di più per la sorte dei personaggi, come se non fosse bastato il finale assolutamente illegale di A Gathering of Shadows (sì, il famoso finale che mi ha fatto pensare che al mio libro mancassero delle pagine, immaginate voi il livello di cliffhanger).
Vi ricordo che, se voleste assegnare delle tazzine siete liberi di farlo, unica regola riportare il banner e informare in qualche modo quel losco figuro di nome Yue che, come tutti i padri, è super orgoglioso della sua creatura (con tutti i diritti del caso).
A presto!
[…] (luglio 2016) Anche qui parliamo della fiera delle banalità, i due libri che sono finiti nel My cup of tea 2016 potevano non trovarsi all’interno dei miei libri preferiti dello scorso anno? Suvvia, non […]