Immagino (male) che qualcuno si sia chiesto che fine io abbia fatto, immagino (forse meglio) che qualcun altro abbia semplicemente pensato che, come molte volte lo scorso anno, io mi sia dimenticata del blog. In realtà non è proprio così, insomma…, ecco qualcuno può spiegarlo meglio di me.

La luce che c’è dentro le persone è stato originariamente pubblicato all’interno della raccolta di racconti Ricordi di un vicolo cieco (edito anch’esso da Feltrinelli). Il racconto, scritto in prima persona, narra di una scrittrice amante della Francia e della letteratura francese e del ricordo che conserva del suo più caro amico d’infanzia. Di più non posso dire o racconterei tutto, dico solo che, nella sua brevità, si va a inserire in maniera perfetta nei temi cari all’autrice, su tutti la famiglia, la sua resilienza e il suo essere una struttura che sopravvive ai singoli individui, sul fatto che ci sono cose che durano nel tempo e non sono quelle più solide e dure, quelle più legate alla terrà bensì sono i fiumi che travolgono, trascinano, inghiottono e rimangono al loro posto.
Ah, ecco cosa significa durare nel tempo, pensai. Non è solo qualcosa di solido e sicuro. È come un fiume che è sempre lì, che inghiotte tutto, e che continua a scorrere come se niente fosse mai accaduto.

Diario di Preghiere è stato originariamente pubblicato all’interno della raccolta La foresta in fiore (edito in Italia sempre da Feltrinelli) narra sempre di un’amicizia dei tempi dell’infanzia tra un bambino e una bambina che un giorno va a incrinarsi, per un motivo futile agli occhi di un lettore adulto ma fondamentale ai loro, ma che la vita continua a far incontrare senza che l’incomprensione riesca mai a risolversi. Yasuko e Yumio si conoscono grazie alla loro salute cagionevole e alla conoscenza tra le loro rispettive infermiere e diventano amici per la pelle, in un modo segreto e magico che riesce a tagliare fuori dai loro discorsi il resto del mondo. Yasuko e Yumio si appassionano ai pirati e costruiscono una mappa per ritrovare un tesoro che hanno nascosto in una casa abbandonata. Sarà proprio quel tesoro la causa della loro incomprensione, del silenzio che andrà a cadere e li porterà ad allontanarsi incontrandosi poi durante l’adolescenza per volontà altrui e mai la loro. Il lettore seguirà la vicenda dal punto di vista della giovane Yasuko e seguirà i suoi turbamenti interiori, la sua sofferenza e il rapporto con sua madre, fino alla naturale conclusione della vicenda.
Yukio Mishima non lo conoscevo, per nulla. O meglio avevo solo letto alcuni commenti comparsi sulla mia home page di facebook da parte di chi lo ha studiato all’Università. Sono andata quindi, a lettura del racconto conclusa, a informarmi su di lui e diciamo pure che ha avuto una vita “interessante” e una morte da suicida ancor più interessante, o meglio lucidamente studiata, programmata ed eseguita. (Se volete saperne qualcosa anche voi, con una breve ricerca su Wikipedia trovate la pagina dedicata a lui, io sono sempre stata un disastro a raccontare la vita degli autori anche a scuola o meglio lo evitavo ogni volta che si presentava l’occasione).
Diario di preghiere, a differenza de La luce che c’è dentro le persone mi è piaciuto molto, sia come stile che come tema ma non so se riuscirò a leggere altro di Mishima visti i miei precedenti rapporti (quasi sempre fallimentari) con la letteratura giapponese. Forse è il caso di fermarsi qua e di godersi le belle sensazioni avute dalla lettura di queste 37 pagine, probabilmente non le più significative, più belle o importati scritte dall’autore ma che hanno saputo colpirmi, molto più di quelle della Yoshimoto.
La luce rotonda e leggera di quella lampada mi sembrava un piccolo anello magico, nel giardino le tenebre erano fitte e scure come l’interno di un vaso pieno di indaco.